Con la discesa in campo di Gaetano Manfredi, salvo sorprese dell’ultima ora, si completa il quadro delle principali candidature a Sindaco in vista delle elezioni amministrative che si terranno a Napoli nel prossimo autunno.
L’ex rettore dell’Università Federico II si aggiunge ad Alessandra Clemente, attuale assessore della Giunta guidata da Luigi De Magistris, Catello Maresca, già Sostituto Procuratore presso la Procura Generale di Napoli, Sergio D’Angelo, in passato anche lui assessore della giunta in carica e da sempre impegnato nel mondo della cooperazione sociale, e Antonio Bassolino, che non ha bisogno di presentazioni.
Saranno quindi questi i nomi e i volti che si confronteranno nelle prossime settimane per chiedere il sostegno dei cittadini napoletani. Sarà una lunga estate elettorale, una estate fondamentale per il futuro della nostra città.
E’ bene premettere che ci auguriamo che il confronto fra i candidati sia sereno e che si basi sui contenuti della proposta politica, senza scadere mai in sterili ed inutili attacchi personali. Si tratta di personaggi illustri ed autorevoli, ed a questa loro autorevolezza facciamo appello in via preliminare affinché si costruisca un terreno rispettoso dove giocare la partita della ricerca del consenso, un terreno attraverso il quale la città possa davvero farsi una idea delle convergenze e delle divergenze fra i programmi, in modo tale che il voto sia quanto più possibile consapevole e non orientato esclusivamente dalla spinta dei singoli candidati al consiglio comunale.
Sappiamo bene, a questo proposito, che le elezioni amministrative, essendo il comune l’ente più vicino ai cittadini-elettori, determinano sempre un gran proliferare di partiti, liste, candidati. Si tratta di un normale processo legato alla peculiarità della consultazione. Ci auguriamo tuttavia che tale processo sia governato con saggezza e che si eviti, nei limiti del possibile, un numero di liste e di candidati che, oltre a dover stare su una scheda grande quanto la tovaglia del pranzo domenicale, determinerebbe un vero e proprio scontro famiglia per famiglia, tale da impedire una reale scelta della rappresentanza migliore per la città.
Sappiamo che la moltiplicazione di liste e candidati serve anche a dare uno sbocco istituzionale a realtà concrete e partecipate di impegno sul territorio, ed in questo caso esse possono e devono trovare spazio in tutte le coalizioni; ci convincono molto meno, invece, proposte che non siano frutto di appartenenze a forze politiche di rilevanza nazionale né di esperienze legate al territorio. Ci convincono poco, insomma, i semplici portatori di voti, e ci auguriamo che siano presenti in numero assai limitato.
In merito ai programmi vorremmo tanto che ci si confrontasse su come fare in modo che la nostra amata città diventi finalmente una città normale.
Ci teniamo a insistere su questo concetto, la normalità, poiché troppo spesso si fanno grandi progetti, ci si spinge lontano con le pur legittime aspettative, dimenticando che quello che manca di più è proprio la possibilità di poter fruire delle cose normali.
I Sindaci, anche quelli delle metropoli, non hanno quasi mai il potere di intervenire direttamente e di incidere su questioni e problemi di competenza nazionale, quali ad esempio il lavoro e la sicurezza, temi caldi costantemente al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica; essi possono e devono pero’ determinare le condizioni di base necessarie affinché gli interventi governativi possano ottenere i risultati sperati.
Quello che i Sindaci sono chiamati a fare senza tentennamenti, è garantire ai cittadini una città vivibile dal punto di vista urbanistico e dei servizi.
I cantieri infiniti, le strade gruviera piene di buche, i trasporti pubblici inefficienti, il verde pubblico senza manutenzione, la gestione non sempre razionale della raccolta dei rifiuti, i servizi comunali non all’altezza…questi e tanti altri problemi con i quali i cittadini devono confrontarsi nel loro vivere quotidiano, devono diventare l’asse principale dell’attività amministrativa, chiunque sia l’inquilino del piano nobile di Palazzo San Giacomo.
Il miglioramento della qualità della pubblica amministrazione a Napoli dipenderà, oltre che dall’attenzione alle criticità evidenziate, anche da due fattori di straordinaria importanza.
Da una parte il debito accumulato, che strozza la capacità di spesa, non solo del Comune di Napoli, e impedisce di dare risposte concrete ed immediate alla domanda di sviluppo e di servizi di qualità.
Dall’altra parte i progetti previsti dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, che a partire già dai prossimi mesi determineranno una serie di interventi su assi strategici in tutto il paese, e quindi anche nella nostra città.
Sarà la capacità del futuro Sindaco di rappresentare nelle sedi appropriate le esigenze dei napoletani in merito a queste due grandi questioni a fare la differenza. Abbiamo davanti a noi un grande problema ma anche una grande opportunità. E’ per questo motivo che il voto del prossimo autunno è molto importante: la classe dirigente dei prossimi anni potrà dare una svolta decisiva al cammino di Napoli.
E se questa svolta non ci sarà, se non avremo scelto amministratori all’altezza del loro compito, non resterà che il definitivo declino economico e civile.