L’insediamento di un nuovo governo è sempre un momento importante nella vita di un paese, esso segna nel bene e nel male un cambio di fase che ha ricadute e conseguenze negli scenari politici ed economici generali e quindi anche nella vita di ognuno di noi.

Il Governo Draghi nasce nel bel mezzo di una pandemia globale, in un paese stremato dalla crisi economica più dura nella storia della Repubblica, i cui effetti non sono ancora percepiti in tutta la loro drammaticità solo grazie agli interventi di ristoro messi in atto in questi mesi dalla precedente compagine governativa, provvedimenti che hanno evitato scenari da guerra civile ma che non hanno messo le basi per una tenuta strutturale dei settori più colpiti dai necessari provvedimenti sanitari adottati dalle autorità.

Non spetta a noi dare giudizi politici su quanto avvenuto nelle ultime settimane, siamo orgogliosi della nostra autonomia ed in questo senso ogni amministratore con il quale ci confrontiamo viene valutato in base alla sostanza delle proposte, non certo alle appartenenze partitiche. Sentiamo il dovere tuttavia di esprimere lo sconcerto e la preoccupazione per l’incapacità delle forze politiche presenti in parlamento di giungere ad una soluzione positiva di una crisi di governo di cui il paese, in questa fase, non aveva di certo bisogno.

Ci saremmo aspettati dai nostri rappresentanti una discussione nel merito dei problemi del paese e delle soluzioni da adottare, una discussione anche aspra, se necessario, attraverso la quale giungere ad una soluzione che tenesse conto degli interessi generali dei milioni di cittadini italiani che in questi mesi hanno faticato ad arrivare alla fine del mese ed a conservare un filo di speranza in un futuro migliore del presente.

Ci saremmo aspettati un dibattito all’altezza della fase storica che stiamo attraversando. Una fase storica senza precedenti, forse ancora più difficile di quella dell’immediato dopoguerra, dove in un paese devastato dalla guerra la voglia di rinascere e la presenza di uomini politici di grande qualità costituirono il terreno sul quale tutte le donne e gli uomini di buona volontà poterono dare il loro contributo nella costruzione di quella che sarebbe diventata l’economia del boom economico, il miracolo che avrebbe posto il nostro paese al tavolo delle economie più forti del pianeta.

Ci saremmo aspettati un confronto politico che non diventasse una ricerca ad personam di deputati e senatori “volenterosi e responsabili”, laddove in assenza di un’idea forte da proporre e di un progetto complessivo sul quale confrontarsi la chiamata individuale scade sempre in un posizionamento utilitaristico, fine a se stesso.

Ci saremmo aspettati in definitiva una classe politica meno mediocre, meno meschina, meno legata agli interessi di partito, di casta, personali.

Ci affidiamo ancora una volta, come cittadini e lavoratori, ad un Presidente del Consiglio che, seppur di grande qualità ed autorevolezza, arriva a Palazzo Chigi con una squadra ed una maggioranza politica nella quale nessun italiano si riconosce.

Verranno tempi migliori, la fiducia nel futuro non ci abbandona mai.

Nell’attesa, buon lavoro.